venerdì 6 febbraio 2009

Nel dolore e la desolazione nella striscia di Gaza penetra anche un fascio di luce divina.

Mi permetto d'inserire un brano molto interessante, che e' stato scritto da un non ebreo, in visita alla striscia di Gaza, con considerazioni abbastanza lucide.
Io,Paolo, aggiungo solo, che andai ad Askelon e Beer-Sheva e a visitare un kibbutz nel 1986 con un gruppo, con cui feci il giro di tutto Israele e la situazione allora era totalmente diversa: non c'era distruzione ed aleggiava ancora una parvenza di pace.
Concludo che l'uomo nella sua cecita' ed incoscienza si diverte periodicamente a distruggere cio' che di bello crea.
Pero' anche una considerazione ottimistica: come nella seconda guerra mondiale, in mezzo allo sfacelo ci furono personaggi e gruppi, con grande volonta' rianimatrice (vedi Padre Kolbe, tanto per citarne uno tra i tanti esempi di grande umanita'), anche qui c'e' la presenza dell'Amore di Dio, grazie a tante persone di buon cuore e un grande spirito di abnegazione.
Di seguito l'interessantissimo articolo.


Sono stato in Israele per 3 giorni, al confine con la Striscia di Gaza, in missione come osservatore per conto del PDL e assieme ad uno stimato collega del PD, l'On. Gianni Vernetti.
Vi voglio raccontare le mie impressioni, le mie emozioni e il mio stato d'animo per farvi capire che cosa si prova a visitare i luoghi dove in questo momento gli occhi del mondo sono puntati.
La guerra, come sapete, per il momento è finita. Israele unilateralmente ha offerto la tregua e si è ritirata dai territori palestinesi dopo aver inferto una dura lezione militare ad Hamas. Una lezione che i terroristi ricorderanno a lungo, anche se difficilmente cambieranno il loro atteggiamento tant'è che, appena è iniziata la tregua, hanno gambizzato, cavato gli occhi, torturato e ucciso molti palestinesi moderati perchè colpevoli di ricercare la pace con Israele.
Ma torniamo alla cronaca. Arriviamo martedì 20 gennaio ad Ashkelon, nel sud d'Israele e in albergo ci danno le istruzioni nel caso di attacco missilistico: " i rifugi sono nei piani 1, 4, 5 e 6 ma anche le scale, dicono le note, sono ben protette. Se invece si è fuori bisogna distendersi per terra con le mani a protezione della testa ". Come inizio non c'è male!
Anche la visita della casa municipale di Ashkelon ricalca le prime impressioni. La stanza del Sindaco e del suo staff è in un sotterraneo disadorno in cemento armato. D'altronde in quale altro modo si potrebbe gestire un comune di 120.000 abitanti quando negli ultimi anni sono piovuti migliaia di missili in tutta l'area? Per tutti voi che leggete, sappiate che ogni volta che da Gaza viene lanciato un razzo, una sirena avverte la popolazione israeliana e da quel momento i civili hanno solo 30'' (avete letto bene, 30 secondi) per rifugiarsi nei sotterranei.
I bambini ormai non vanno a scuola con regolarità da anni. Cinque scuole sono state colpite e se le vittime sono state appena una decina è solo perché i sistemi di sicurezza e protezione sono eccezionali, ma i danni economici e psicologici sono incalcolabili.
Quasi nessuno però è emigrato, perché ciò significherebbe darla vinta ai terroristi. Questa è gente con gli attributi, ma il prezzo pagato è stato altissimo. A Sderot (3 km da Gaza city) su 6500 abitanti, quasi 5000 sono stati in cura dagli psicologi.
E chi si sorprende di questa notizia, provi ad immaginare sulla propria pelle cosa significhi passare anni e anni con le sirene che suonano, e migliaia di Qassam che ti scoppiano a due passi da te distruggendo case e affetti. Eppure quanto amore ho colto nel popolo Israeliano! Per strada la gente ti sorride, non ha perso l'ottimismo, nè la speranza per un futuro migliore.
Nella ridente città di Beer-Sheva ho visitato l'ospedale Soroka, uno fra i più belli ed efficienti che abbia mai visto in vita mia; ho visto centinaia di arabi (palestinesi e beduini) utilizzare la struttura con una naturalezza sorprendente. La professionalità e l'amore che medici e infermieri israeliani davano loro è da esempio per tanti nostri operatori sanitari che invece la parola Amore l'hanno cancellata dal loro vocabolario. Nessun sentimento diverso dalla solidarietà più autentica e generosa ho visto in loro.
In un altro incontro facciamo visita ad un Moshav (fattoria autogestita, ndr) nella regione del Negev, in pieno deserto e a pochissimi chilometri da Gaza. Vi operano 50 volontari, tutti sotto i 25 anni, che lavorano ad un progetto denominato Ayalim e da loro stessi concepito. Il progetto, mira a popolare il deserto trasformandolo in terre fertili e città ricche. Contemporaneamente gli stessi giovani, che sono le classi dirigenti future, si stanno forgiando, non solo studiando ma anche coltivando in loro stessi un alto senso di responsabilità. Pensateci un attimo! Esattamente il modello pedagogico opposto a quello italiano, che invece da anni ha smesso di investire sulle aree deboli del nostro Paese e che sta allevando una generazione futura che qualcuno ha già definito di bamboccioni
Chiudiamo giovedì incontrando il Presidente della Repubblica Israeliana Shimon Peres, alla presenza dell'ambasciatore italiano in Israele Luigi Mattiolo, dell'ex ambasciatore israeliano in Italia, il mitico Avi Pazner e dei rappresentanti della comunità ebraica italiana. Ho l'onore e il privilegio di parlare in nome e per conto del gruppo PDL della Camera. Nel mio breve discorso ricordo che nessuno può rinunciare alla difesa degli inermi, men che meno le Pubbliche Autorità che della protezione dei propri popoli e dei deboli trovano la loro ragion d'essere, ciò anche se questo può, con dolore, costare l'uso delle armi. La legittima difesa, fondata sulla verità e sulla giustizia infatti, è un diritto inviolabile e inalienabile. Concludo il mio discorso ringraziando il Presidente per quanto sta facendo Israele per la libertà del mondo; senza di loro oggi il terrorismo internazionale avrebbe invaso l'Occidente.
Il Presidente Shimon Perez ci risponde con un discorso tanto intenso quanto commovente: "Molti, nel mondo, non capiscono le ragioni di Israele, ma Israele non capisce perchè questi molti non comprendano. Cosa vuole Hamas? Cosa propone? Quindicimila coloni israeliani - spiega,- si ritirarono unilateralmente dalla Striscia di Gaza nel 2005. Lasciarono Gaza per decisione di Israele. Furono investiti miliardi dalla comunità internazionale. La Striscia era libera, così come i suoi valichi. Io stesso ho pensato che fosse una cosa giusta. E cosa e' successo dopo? E' stato costruito un sistema sotterraneo dove far passare le armi. Hamas e' giunta a lanciare missili contro di noi." Il Presidente ha continuato ricordando la presenza nefasta dell'Iran, che vuole controllare il Medio Oriente per mezzo delle " sue succursali terroristiche " Hamas ed Hezbollah. Sul conflitto ha sottolineato poi le modalità usate: gli avvisi dell'esercito israeliano ai civili mediante telefonate e biglietti. Le precauzioni per evitare quante più vittime possibili tra i civili. Il tutto esattamente al contrario di Hamas che invece i bambini e le donne li ha usati come scudi umani. "Abbiamo atteso - ha aggiunto Peres - ben otto anni prima di reagire ". E ha concluso il suo discorso ricordando la posizione dei Paesi arabi moderati, come l'Egitto, che ha condannato Hamas riconoscendo le sacrosante ragioni di Israele.
Delle sue parole capisco la grandezza di questo popolo e la sua capacità di resistere alle difficoltà, anche le più inaudite.
Sulla strada del ritorno penso a tutto quello che ho visto e capisco che l'Occidente non deve cedere, che deve continuare a difendere le proprie radici, la propria storia, la propria identità e la propria libertà. Penso che anche se in Italia le difficoltà che stiamo vivendo sono notevoli, Israele ci sta insegnando, giorno dopo giorno, che tutto si può superare se i grandi ideali sono la ragione della propria vita, sia essa individuale, sia essa come popolo.
.....E alla fine penso che i miracoli di cambiare le cose si possono realizzare. Mi aiuta in questo mio pensiero, Ben Gurion che fu il Padre fondatore dello Stato di Israele: "Un popolo che non crede nei miracoli, non è un popolo realistico! "

Alessandro Pagano

Leggendo l'Ufficio delle Letture in metropolitana.

Io, la mattina e la sera in metro ho ripreso da qualche giorno la preghiera liturgica delle ore e dato che ho ancora tempo, leggo anche l'Ufficio delle Letture, che andrebbe letto nelle ore notturne ( infatti questo fa parte della preghiera nottura dei frati in convento).
Stamani mi e' capitato un brano che e' in sintonia con i miei pensieri di questo tempo.
La Chiesa, tre secoli dopo Cristo aveva gia' perso il senso del'Eucarestia e la Messa gia' attorno all'anno Mille si riduceva addirittura alla sola Liturgia della Parola, con la sola esposizione delle Reliquie dei Santi.
L'Eucarestia la faceva solo il prete, e questo fatto fu giustificato dal Concilio di Trento, in risposta alle critiche di Martin Lutero, perche' il sacerdote la faceva per gli altri.
I principali fatti che fecero perdere la celebrazione dell'Eucarestia ( III-VI d.C.) furono:
- un ritorno ai riti del Tempio Ebraico, fatti solo di preghiere e lettura (es. la Berakah);
- un principio di "purita' legale", dove la gente si sentiva peccatrice e fuori dalla "legalita' etica", e quindi indegna di fare la comunione;
-il non volere piu' sottoporsi al sacramento della Penitenza, in quanto a quei tempi, ancora pubblica, comportava penitenze molto gravi, che riguardavano tutta la durata della vita (esclusione dalla comunita', vita ascetica forzata, con punizioni corporali continue);
-il fatto che l'orario della Messa era stato spostato dalle ore notture alle ore mattutine e nessuno voleva piu' osservare il digiuno eucaristico.
Quindi alla fine, ognuno si faceva "i propri comodi" ed il messaggio della Tradizione Apostolica fu ben presto dimenticato.
Invece Paolo aveva detto quanto segue, specialmente quanto evidenziato in grassetto.

Prima Lettura.
Dalla seconda lettera ai Tessalonicesi di san Paolo, apostolo 2, 1-17.
Il giorno del Signore, Vi preghiamo, fratelli, riguardo alla venuta del Signore nostro Gesù Cristo e alla nostra riunione con lui, di non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente. Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio (Dn 11, 36. 37).Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene. Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca (Gb 4, 9; Is 11; 4; Ap 19, 15. 20) e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi. E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.Noi però dobbiamo rendere sempre grazie a Dio per voi, fratelli amati dal Signore, perché Dio vi ha scelti come primizia per la salvezza, attraverso l'opera santificatrice dello Spirito e la fede nella verità, chiamandovi a questo con il nostro vangelo, per il possesso della gloria del Signore nostro Gesù Cristo.Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera. E lo stesso Signore nostro Gesù Cristo e Dio Padre nostro, che ci ha amati e ci ha dato, per sua grazia, una consolazione eterna e una buona speranza, conforti i vostri cuori e li confermi in ogni opera e parola di bene.